Inizia oggi 26 Settembre 2022 la decima edizione della Settimana Europea delle Biotecnologie durante la quale si svolgeranno in tutta Europa una serie di eventi e manifestazioni, online, onsite e ibridi per celebrare le biotecnologie e le loro applicazioni al fine di raccontare un metasettore che ha l’innovazione nel proprio #DNA.
A quanto pare il periodo storico non potrebbe essere dei migliori, seppur la situazione geopolitica non sia rosea, secondo quanto riportato dall’indice che raggruppa l’andamento delle aziende quotate del settore, noto come Nasdaq Biotech Index, le aziende di biotecnologie hanno avuto negli ultimi 5 anni un evidente aumento sia in termini di investimenti economici che di risorse umane.
Questo dato si conferma anche nel nostro Paese, che continua a distinguersi sia per il numero di eventi che per la qualità e la quantità delle presenze registrate, grazie al coinvolgimento di numerosi partner: dalle aziende biotech alle Università, dai centri di ricerca scientifica fino alle scuole ed ai musei. Il settore biotecnologico italiano registra infatti una costante crescita, che, seppur lieve, rileva comunque una forte intensità in investimenti in R&S, con punte di eccellenza sia per la bioeconomia che per l’area della salute umana.
Se si dovesse fare una classifica, in questo momento in Italia il motore trainante del settore risulterebbe essere la biotecnologia sanitaria, seguita dalle aziende di biotecnologia industriale e da quelle di biotecnologia ambientale. Ultime, ma non per importanza, si posizionerebbero le Gpta, ossia, quelle imprese che comprendono la biotecnologia genomica, quella proteomica e le tecnologie avanzate.
La motivazione? Le imprese biotecnologiche attive nell’ambito della salute umana continuano a rappresentare la quota maggioritaria del mercato Italiano perchè ricoprono un ruolo cruciale per la realizzazione di nuovi traguardi sul piano sociale, occupandosi della ricerca di risposte sempre più mirate ed efficaci in relazione alla crescente domanda di salute della popolazione. È proprio questa necessità che sostiene un comparto popolato da imprese stabili, che riesce a produrre fino a circa tre quarti del fatturato totale del settore.
Facendo un’analisi territoriale, negli ultimi anni si registra una progressiva diffusione del tessuto produttivo del biotech su tutto il territorio nazionale: quasi tutte le regioni del settentrione si confermano polo di primaria importanza per produzione e fatturato biotech, avendo la regione Lombardia a far da capolista ma anche il Mezzogiorno registra una crescita, soprattutto nel settore delle biotecnologie industriali.
Oltre al fatturato totale, la posizione dell’Italia si distingue certamente a prescindere dal dinamismo, dalla dimensione e dagli investimenti sostenuti in ricerca e sviluppo dalle aziende di settore e dalle filiere produttive: è evidente che le imprese italiane siano tra le protagoniste della scena Europea e globale.
Non si tratta solo di business, le tecnologie esercitano un ruolo cruciale per la realizzazione di nuovi traguardi sul piano sociale, ambientale e industriale, ed è per questi motivi che è importante raccontare anche ai non addetti ai lavori, il valore delle biotecnologie, divulgando ad un vasto pubblico le innumerevoli applicazioni e lo straordinario potenziale nel rispondere alle sfide che ci si pone sulla salute, sullo sviluppo sostenibile e per la ripresa economica.
Valori condivisi anche da Gruppo Sapio, il cui “purpose” è l’avanzamento non solo di sé stessa, ma anche della collettività, è quello di diventare fucina di sviluppo di nuove tecnologie e nuove idee al fine di migliorare la qualità della vita delle persone e l’ambiente in cui viviamo. La competenza, la specializzazione, il profondo know-how dei gas e delle loro applicazioni acquisiti da Gruppo Sapio si mettono al servizio della ricerca scientifica più avanzata, della biologia, del mondo medico-sanitario e delle aziende farmaceutiche.
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